martes, 15 de septiembre de 2009

William "Umberto" Wallace (L'Italia dall'Estero)

Vi invito caldamente a visitare il sito Italia dall'estero tutte le volte che potete, perche' e' una vera fonte di "chicche" sull'Italia che gli italiani non conoscono, data la scarsa liberta' d'informazione interna. Leggete tutto l'articolo, perche' il bello viene sempre alla fine!! Pace a tutti!

Os invito calurosamente a visitar el sitio Italia dall'estero (Italia en el estranjero) todas las veces que podeis, porque es una verdadera fuente de noticias sobre una Italia que los italianos no conocen, dada la escasez de libertad de informacion interna. Leed todo el articulo, porque lo mejor siempre esta en el final!! Paz para todos!

Alla metà del XII secolo (1167), Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, fu sconfitto dalla Lega Lombarda, costituita da vari comuni del nord Italia, coalizzatisi con un giuramento fatto nell’aprile del 1167 a Pontida. La Lega Nord, attuale partito politico italiano alleato con i conservatori di Silvio Berlusconi, ha preso tale nome in ricordo di quelle battaglie contro l’imperatore e ogni anno rinnova quel giuramento nello stesso luogo. Per ricordare le gesta della Compagnia della Morte e di Alberto da Giussano, l’eroe storico della Lega Lombarda e leader simbolico dell’attuale Lega Nord di Umberto Bossi, la televisione pubblica RAI trasmetterà il prossimo 9 ottobre Barbarossa, una miniserie di 200 minuti. “Il mio popolo avrà un simbolo nel quale riconoscersi” ha annunciato Bossi. Una settimana prima dell’uscita, il film avrà un’anteprima nel Castello Sforzesco di Milano, occasione che promette di trasformarsi in una grande festa della Lega e forse del nord Italia, dove la Lega governa in maggioranza. I sostenitori di Bossi, che fino ad ora avevano dovuto glorificare le proprie ansie di piccola patria con la visione casalinga del DVD di Braveheart (1995) di Mel Gibson, sulla vita dell’eroe scozzese William Wallace, aspettano il film con particolare devozione. “Barbarossa sarà il nostro Braveheart”, ha detto Bossi. Mentre aumentano le aspettative, il ministro per le riforme ha dichiarato ai media che lui non pensa alla bandiera italiana, ma “solo alla bandiera padana” e che nelle scuole si tornerà a parlare in dialetto. La ‘Hollywood milanese’ Qualche settimana fa, Bossi e il viceministro della Lega Roberto Castelli, hanno partecipato all’inaugurazione a Milano di un centro di produzione cinematografica, che la regione Lombardia ha finanziato con 9 milioni di euro. “Sarà la nostra Hollywood”, ha detto Bossi, pensando probabilmente a Cinecittà, mentre Castelli ha criticato l’uso (eccessivo) del dialetto romano nel cinema del paese. La cosiddetta guerra delle bandiere, dei dialetti e ora del cinema, probabilmente esprime l’ossessione della Lega Nord della difesa, dalla sua nascita negli anni ‘80, di un’identità territoriale che la televisione, la cultura omologata e la globalizzazione, stanno rendendo frammentaria da molto tempo. La serie, prodotta da vari industriali del nord, Rai fiction e Rai Cinema, sotto pressione di Bossi, è stata girata in Romania perché i costi sono più contenuti ed è diretta da Renzo Martinelli. La Milano del 1158 è stata ricostruita a Bucarest, così come un set grande come due stadi di calcio, lungo il quale si muovono le 12.000 controfigure utilizzate per questa ambiziosa produzione. Il paradosso. La serie, che verrà distribuita anche come film di 130 minuti, è costata 30 milioni di dollari. Alberto da Giussano è interpretato da Raz Degan e l’imperatore da Rutger Hauer. Tra le attrici non protagoniste c’è Angela Molina. Paradosso della storia: le 12.000 controfigure rumene che interpretano i nordici milanesi del XII secolo, sono tutti zingari, come quelli maggiormente colpiti dalle attuali politiche migratorie che la Lega Nord ha imposto al Governo di Roma. Hanno guadagnato 500 euro a settimana per ricostruire la storica liberazione della Padania.

A mitad del siglo XII (1167), Federico Barbaroja, emperador del Sacro Imperio Romano, fue derrotado por la Liga Lombarda, constituida por varios municipios del norte de Italia, coaligados por un juramento prestado en abril de 1167 en Pontida. La Liga del Norte, actual partido político italiano aliado con los conservadores de Silvio Berlusconi, tomó ese nombre en recuerdo de aquellas batallas contra el emperador y cada año renueva aquel juramento en el lugar. Para recordar las gestas de la Compañía de la Muerte y de Alberto da Giussano, el héroe histórico de la Liga Lombarda y líder simbólico de la actual Liga del Norte de Umberto Bossi, la televisión pública RAI retransmitirá Barbarossa, una miniserie de 200 minutos el próximo 9 de octubre. "Mi pueblo tendrá un icono en el que reconocerse", ha anunciado Bossi. Una semana antes, el filme tendrá un preestreno en el Castillo Sforza de Milán, ocasión que promete transformarse en una fiesta mayor de la Liga y tal vez del norte italiano, donde la Liga gobierna en mayoría. Los seguidores de Bossi, que hasta aquí habían tenido que sublimar sus ansias de patria chica con la visión casera en el DVD de Braveheart (1995) de Mel Gibson, sobre la vida del héroe escocés William Wallace, esperan el filme con especial devoción. "Barbaroja será nuestro Braveheart", ha dicho Bossi. Mientras se calientan las expectativas, el ministro para las reformas federales ha declarado a los medios que él no piensa en la bandera italiana, sino "solo en la bandera padana" y que en las escuelas volverá a hablarse en dialecto. ´Hollywood milanés´ Algunas semanas atrás, Bossi y el viceministro por la Liga, Roberto Castelli, participaron en la inauguración, en Milán, de un polígono de producción cinematográfica, que la región de Lombardía (Milán) ha sufragado con nueve millones de euros. "Será nuestra Hollywood", dijo Bossi, pensando posiblemente en Cinecittà de Roma, mientras Castelli criticó el uso (excesivo) del dialecto romano en el cine del país. Las llamadas guerras de las banderas, de los dialectos y ahora del cine, expresan probablemente la obsesión de la Liga del Norte por defender, desde su nacimiento en los años 80, una identidad territorial que la televisión, la cultura homologada y la globalización están haciendo añicos desde hace tiempo. La serie, producida por varios industriales del norte, Rai Fiction y Rai Cinema, tras presiones de Bossi, ha sido rodada en Rumanía por que los costes son más baratos y está dirigida por Renzo Martinelli. La ciudad de Milán del año 1158 ha sido reconstruida en Bucarest, así como un plató grande como dos estadios de fútbol, por el que se desplazan los 12.000 extras contratados para esta ambiciosa producción. La paradoja. La serie, que circulará también como película de 130 minutos, ha costado 30 millones de dólares. Alberto da Giussano es interpretado por Raz Degan y el emperador por Rutger Hauer. Entre las actrices del reparto está Angela Molina. Paradoja de la historia: los 12.000 extras rumanos, que interpretan a los nórdicos milaneses del siglo XII, son todos ellos gitanos, como los principales afectados por las actuales políticas migratorias de Italia, que la Liga del Norte ha impuesto al Gobierno de Roma. Han cobrado 500 euros por semana para reconstruir la histórica liberación de la Padania.

2 comentarios:

marco dijo...

..è l esaspeazione di una persona(Bossi) che persalmente ritengo ignorante e ke di fatto lui e il suo partito non possono stare in parlamento. Ignorante perkè tira fuori cose come i nativi americani, o questa lega lombarda ke nn anno nulla a e fare con l'indipendenza, quella vera e unica ottenuta con le guerre d indipendenza per l unità d italia dell 800 (in cui morirono tanissimi lombardi ma questo il bomber nn lo sao nn se lo ricorda mah..) poi parla di un popolo padano ke antropologicamente non si può definire così!!(NON ESISTE!!!). Poi NON PUO' STARE IN PARLAMENTO perkè non può GIURARE SULLA COSTITUZIONE E POI PARLARE D INDIPENDENZA DELLA PADANIA..

Paolo dijo...

"ke non (h)anno nulla " e sarebbe Bossi l'ignorante..

Ogni partito democraticamente eletto può e deve stare in parlamento. E in quanto alla battaglia di Legnano non si tratta solo di un simbolo della Lega, ma è anche un simbolo di unità nazionale italiana, leggi Carducci!

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